Visualizzazione post con etichetta dolcezza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta dolcezza. Mostra tutti i post

venerdì 30 novembre 2012

Dancing in the dark..

 
Non so neanch'io come sono ricapitata qui. Né come sia possibile questo leggero pigiare sulla tastiera.. Eppure sta succedendo. E' come se le mie dita fossero tornate in vita dopo molto tempo. 

Le falangi pian piano hanno ripreso a muoversi, a dar corpo a pensieri.. Scricchiolando movimento dopo movimento, lentamente, delicatamente.. ma con decisione, forse con una forza nuova. Come l'immagine di un corpo che riprende vita in una cantina polverosa.. Dimenticato da tutto, tranne che da un piccolo raggio di luce che filtra oltre le pareti sconnesse di un edificio.
E' la stessa scena. 
Qui. 
Adesso. 
E' buio e riesco solo a vedere una piccola luce che filtra e le mie falangi che si muovono come se avessero vita propria, danzando su un valzer tutto loro.
La scintilla è tornata a vibrare, anche se per un solo attimo, nella penombra.

E' che oggi mi sono ritrovata a sognare, nonostante tutto. 
Mi sono ritrovata ad immaginare e ad aver voglia di creare, anche se solo quattro sempilci parole qui.
E' da giorni che le mie dita sono in fermento. Vorrebbero scrivere o disegnare o semlicemente strimpellare sulla chitarra.. 

Credo che tutto sia partito dalla voglia di dolcezza, di coccole, di riscoperta. Dalla voglia di "me".. Ed è così che mi sono ritrovata in un loop di live degli U2.. l'ultimo concerto visto, l'ultimo vortice, l'ultimo uragano di sentimenti forti, collegati a quella parte profonda di me che si aggrappa alla musica. 
Ogni cosa è culminata stasera in "It might get loud", nel sentire quei tre meravigliosi musicisti parlare con tanto amore verso quello "strumento", verso quella espressione si se stessi.. Vedere rabbia, passione, dedizione.. Non mi stancherei mai di ascoltare gente che ha QUELLA luce negli occhi.


E' questione di completezza credo. 
Pur essendo animi tormentati, con quello strumento si sentono completi. Isolati. Lontano da tutti alla completa ricerca di quel qualcosa, di quel pezzo mancante, di quella spiegazione, di quella parte di sé che riescono a spiegare solo attraverso la musica..  
Te ne accorgi quando li guardi.. quella particolare luce negli occhi, il sorriso che si irradia sui loro volti, la concentrazione che traspare dalle loro dita e da quel particolare modo di toccare, muovere la chitarra.. nel chiudere gli occhi dicendo addio a tutto, per tutta la durata di un riff..

Ed è nella penombra della stanza, in questo buio carezzevole, che cerco di capire quale si il mio di "strumento" per ritrovare la pace, quale sia il mio "riff".

A volte sono le parole, il più delle volte scritte da altri. 
A volte è quell'impulso di prendere una matita e lasciare che sia lei a fare il resto.. 
E spesso, ultimamente, penso (citando De André) che sarebbe bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra (per darmi quella pace). 
Ma so che questa è una mia mancanza.. Che la piccolina qui al mio fianco soffre di solitudine, forse, ancora per poco..

Ed è una meravigliosa coincidenza che io abbia visto proprio stasera It might get loud, proprio il "giorno" di George Harrison... 

Oggi mi va solo di sognare, anche se solo per stanotte. 
Mi va di sognare il Boss a Roma, Milano o Padova. 
Mi va di sognare out loud Dublino perchè ormai mi ritrovo spesso ad immaginare i suoi profumi, il tocco di quella pioggia sulla mia pelle.. L'influsso emotivo-creativo che quel posto avrebbe su di me.. Sulla mia "ricerca"..
Il tutto qui, stasera, in pieno Stream of consciousness "Joysiano"..

Stasera, solo per stasera I can dream, I can dream out loud while my guitar gently weeps..










 
Forse, solo per stasera mi sento serena. Serena per tutto quello che è scaturito dalla scintilla. E chiudo gli occhi, con quel sorriso infantile (o da ebete in base ai punti di vista) che ogni tanto fa capolino sulle mie labbra, nei miei occhi.

venerdì 6 gennaio 2012

Postcards from far away




Sghignazzi si rincorrono nello spazio giungendo appena alle mie orecchie. In un altra "ala" della casa, pare qualcuno si stia divertendo a giocare a carte.. 
Quello che nello spazio si ferma invece, è il rumore del vento che schiaffeggia la pioggia, che esplodendo in piccole particelle che esanimi, si schiantano contro i vetri della mia finestra.. scivolando nel sacro Lete, nell'oblio.
Anche la luce della lampadina, fiebilmente si diffonde dell'aria.. arrivando sino a me. E alla cognizione del dolore.

E' strano, come Gadda sia (ri)tornato, dopo avermi tenuto compagnia per settimane durante il periodo della maturità.. "Compagno di tesina", assieme a Freud, Marx, Pasolini e Nietzsche.
Ora, dopo anni di distanza, perso tra altri tomi in biblioteca, il mio sguardo lo trova. E' lì. Rileggo con attenzione "Gadda - La cognizione del dolore". E' proprio lui. Lo prendo comunicando al tizio della biblioteca che quella è la mia scelta.

Ed eccomi qui distesa sul letto, mentre il vento urla il suo dissenso al mondo. La luce della lampada sul comodino, illumina delbolmente ma efficacemente le pagine del libro tra le mie mani.. e mi accorgo che qualcosa è scivolato dalle pagine.
La sorpresa si stampa sul mio volto, sotto forma di sorriso: una cartolina dell'Irlanda.
Una meravigliosa distesa verde che si perde in un sentiero.. E la (magica) scritta IRELAND. Sul retro la classica dedica, ad un destinatario sconosciuto, ma con delle parole che mi lasciano senza fiato:

"Saluti da una terra addatta per passeggiare, meditare e filosofare..."

La mia mente in un attimo si perde.. in un paio di occhi nocciola, in una distesa verde, in un cielo a tratti cupo, a tratti sereno, con quel verde che assume diverse tonalità in base all'umore del cielo. E io sono lì, a passeggiare, parlando sorridendo tutta persa in quel verde che mi si dipinge addosso, mentre la brezza dell'Oceano mi accarezza delicatamente il viso, giocando con i miei capelli..

Il ticchettio disperato del vento impazza sulla mia finestra, riportandomi alla realtà.. e alla dolce sopresa ancora lì, tra le mie mani.
Chissà se la persona che l'ha dimenticata, si è accorta della perdita. O che faccia farebbe ritrovandola oggi, chissà dopo quanto tempo.
No, proprio non ce la faccio a non perdermi. Pensando a questa coincidenza e a quelle tre persone che hanno incontrato, ad un certo punto della loro vita, Gadda e l'Irlanda..

Quella cartolina, dimenticata da qualcuno nel libro, sembra esser un post-it per i miei sogni.
 

Dream a little dream of...





Mi torna alla mente questa scena del Signore degli anelli I..




giovedì 7 luglio 2011

Daughter... of the sea


Chiodo fisso in questi giorni..sconfinato in un mare di dolcezza, che ora è lì, imprigionata. Infinita. Pura.
Vaga esplodendo e perdendosi in questi meravigliosi versi. Difficilmente, per me, può esserci qualcosa di più perfetto di questa poesia per descrivere, descrivermi, descriverci.

E' come essere in macchina, di ritorno da una passeggiata a mare e "beccare" in radio Wish you were here dei Pink Floyd, nella perfezione del momento.. e quegli occhi, immensi come il mare che si illuminano alle prime note.


L'uomo e il mare

Uomo libero, sempre tu amerai il mare!
Il mare è il tuo specchio: contempli l'anima tua
nell'infinito srotolarsi della tua onda,
e il tuo spirito è un abisso non meno amaro.

Ti diletti a tuffarti nel seno della tua immagine;
l'abbracci con gli occhi e con le braccia, e il tuo cuore
si distrae talvolta dal proprio battito
al fragor di quel lamento indomabile e selvaggio.

Entrambi siete tenebrosi e discreti:
uomo, nessuno ha sondato il fondo dei tuoi abissi;
mare, nessuno conosce le tue intime ricchezze:
tanto gelosamente serbate i vostri segreti!

E tuttavia da secoli innumerevoli
vi fate guerra senza pietà nè rimorsi,
tanto amate la strage e la morte,
o lottatori eterni, o fratelli inseparabili!


L'Homme et la mer

Homme libre, toujours tu chériras la mer!
La mer est ton miroir; tu contemples ton âme
Dans le déroulement infini de sa lame,
Et ton esprit n'est pas un gouffre moins amer.

Tu te plais à plonger au sein de ton image;
Tu l'embrasses des yeux et des bras, et ton coeur
Se distrait quelquefois de sa propre rumeur
Au bruit de cette plainte indomptable et sauvage.

Vous êtes tous les deux ténébreux et discrets:
Homme, nul n'a sondé le fond de tes abîmes;
Ô mer, nul ne connaît tes richesses intimes,
Tant vous êtes jaloux de garder vos secrets!

Et cependant voilà des siècles innombrables
Que vous vous combattez sans pitié ni remords,
Tellement vous aimez le carnage et la mort,
Ô lutteurs éternels, ô frères implacables!


 (I fiori del male XIV - Charles Baudelaire)


Ci sarebbero infiniti commenti da fare. Poemi.
Ma è tutto scritto stasera, nella perfezione delle stelle che sospinte dalla brezza, si specchiano nel mare.

giovedì 21 aprile 2011

When the music's over..

 
C'è solo un posto dove mi vedrei in questo preciso momento malinconico, sognante. 
In quest attimo di tempo, racchiuso in 4 minuti e 46 secondi, relativamente infiniti.

Mi vedo in riva al mare, sola. Calice di vino rosso in mano, I-pod con cuffie nelle orecchie e Summertime di Janis Joplin "bombardata" dritto nel "nucleo".. La fissione avviene. 
Il nucleo si spezza, libera altri neutroni e altra, immensa energia.. La reazione è a catena. La mente varca nuove porte, spezzando quella lieve linea invisibile che ci tiene ancorati al presente e alle nostre vacue certezze, costruite su piccoli granelli di sabbia, schiavi del vento.

Mi vedo distesa sul bagnasciuga a godere della bellezza in senso assoluto, mentre la sabbia s'insinua tra i miei capelli, e piccole onde irradiate di riflessi lunari, s'infrangono sul mio corpo, sfiorandolo delicatamente, mentre le molecole della mia pelle calda vanno a fondersi con quelle del mare, fresche, veloci.
Gli occhi persi nel cielo, mentre tutta la sua immensità si perde nel suo stesso riflesso, togliendomi il fiato.

4 minuti e 46 secondi di viaggio nell'universo, camminando silenziosamente nelle viuzze del tempo. Negli angoli del mio tempo, guardando piccoli riflessi passati, che accarezzano malinconicamente, maliziosamente proiezioni future, mentre il  tutto si fonde nell' "io" presente.




La magia di una voce incredibile, che sa ipnotizzarti, condurti dove la tua mente sa.. Mentre quella melodia, quelle note.. rock-blues acide, quasi viscerali, creano quella perfezione assoluta difficile da raggiungere.
Impossibile da descrivere.

Mentre, tutto, stasera è racchiuso nella perfezione disarmante di una frase di Victor Hugo:

La malinconia è la felicità di essere triste.
(La mélancolie, c'est le bonheur d'être triste)

E' stata una fogorazione, qualcosa di ovvio a cui non avrei saputo dar voce in modo così sintetico, così preciso.. così malinconicamente perfetto.


lunedì 18 aprile 2011

I just can't help falling in love with you..

Questo connubio, tra Arte (un particolare del Bacio di Klimt) e Musica.. è semplicemente perfetto.


Wise men say only fools rush in
But I can't help falling in love with you
Shall I say would it be a sin
(Be a sin)
If I can't help falling in love with you
Like a river flows (Oooh)
To the sea (Oooh)
So it goes
Some things are meant to be
Some things are meant to be

Take my hand (take my hand)
Take my whole life too (life too)
For I can't help falling in love with you

Wise men say only fools rush in
But I, I can't, I can't help Falling in love (falling in love) With you (with you)

Like a river flows (Oooh)
To the sea (Oooh)
So it goes
Some things are meant to be
Some things are meant to be

Like a river flows
That's the way it goes
I just can't help fallin' in love with you
(Fallin' in love with you)
Like a river flows (yea yea)
That's the way it goes(cause I can't)
Fallin' in love with you
Like a river flows (I just can't help myself)
That's the way it goes
I can't help falling in love with you
(I can't help falling in love with you)
Fallin'in love with you 

Versione originale.
 

Splendida versione "made in U2"


I just can't help falling in love with you..



mercoledì 13 aprile 2011

While my guitar gently weeps..

 
Ho deciso di prendermi qualche attimo di pausa, qualche attimo di calma.. non è facile vivere con delle psicopatiche emotivamente instabili.. che sian single o fidanzate, se poi ci si aggiunge la pochissima stima o considerazione delle stesse, il mix diventa letale.
L'insofferenza aumenta in modo direttamente proporzionale al casino che combinano, in SPAZI COMUNI.
Sarò io insofferente ultimamente, per la marea di roba da fare e l'esigenza di calma assoluta.
Così eccomi qui, tra vari OHMMM + Camomilla e Rattle and Hum, con la loro musica a farmi da calmante.

..Trovo molto interessante, 
la mia parte intollerante
che mi rende rivoltante
tutta questa bella gente..

Intanto la "mia" chitarra è lì che mi aspetta, tristemente in un angolo, nell'attesa del contatto con le mie dita, ancora così tozze al tocco con quelle corde, con mille mondi..
E' una bella sensazione, dolce.. anche se ancora da esplorare con calma, delicatezza ed intimità.. Ho dedicato così poco tempo e in modo così maldestro, che ho deciso di aspettare che questa settimana incasinata passi.. Devo ancora realizzare che posso "perdermi" suonando..



Mentre il mondo è in pausa, sul mio pianeta così, io mi fermo. Immobile. Chiudo gli occhi e lascio che sia tutto il resto a trasportarmi.. compreso quel dolcissimo gelato mentre involontariamente mi hai detto "a me ricordi il mare".. guardandomi negli occhi..

mercoledì 6 aprile 2011

Sguardo limpido d'aprile..


Primavera.
Rinascita.
A volte, nuovi inizi.

Non mi sbagliavo quella sera, mentre chiudevo gli occhi.. e queste parole che prepotentemente, s'infilavano nei miei pensieri.. Sapevo..

"..Ti sento nell'aria che è cambiata
Che anticipa l'estate
E che mi strina un po'.."


"..C'ho il sole dritto in faccia
E sotto la mia buccia
Che cosa mi farai.."


Grazie per tutti i disastri che hai riparato e che ogni giorno ripari..

lunedì 21 marzo 2011

Les Enfants



Giorno dopo giorno, mi accorgo di vivere in un contesto (mentale) surreale. A tratti fantastico, fiabesco, onirico. Wonderland.

Ed è arrivato questo testo, in questi giorni, scritto su La Valse d'Amélie di Yann Tiersen. 
Delicato.
Sognante.
Adatto ad una mangiatrice di stelle.

Quand Amélie rêve

Je sème des grains de bonheur
Un peu partout autour de moi.
Je suis un zorro moissonneur
De champs d'espoirs, d'amour, de joies.
 

Refrain

Moi, c'est lorsque le jour se lève
Que je m'abandonne à mes rêves

Simplement tomber dans les bras
D'un séduisant Prince Charmant.
Mais qui est-ce qui pourra
Être amoureux d'une enfant ?


Je mets du bleu dans le ciel gris
De la vie de ceux qui m'entourent :
Les malheureux et les aigris,
Ceux qui ne croient plus en l'amour.


Au Refrain
Puis

Mais qui est-ce qui voudra
Être amoureux d'une enfant ?
Quel est celui qui saura
Être amoureux d'une enfant ?


Texte écrit le 11/05/2007
Frédéric NYEL © (alias FredOueb)


Devo dire che la Francia la stò riscoprendo. Dolcemente. Dal Piccolo Principe che mi ha lasciata senza fiato, al regista Jean-Pierre Jeunet, in assoluto, ormai tra i miei preferiti.. io che di "preferiti in assoluto", non amo parlare.. ma per lui, il discorso è diverso, perchè nei suoi personaggi, mi sento troppo "rappresentata", soprattutto da Amélie.

Ieri sera, mi ha stupita nuovamente. L'esplosivo piano di Basil è, nei protagonisti, quel mix di dolcezza, purezza, genialità, stravaganza, senso artistico e bohémien. Una favola vissuta in un contesto reale.. dove sono la fantasia e il caso a farla da padrone.

Una dose di buon umore, incanto e dolcezza a cui è difficile (sopratutto per me, troppo "rappresentata") restare indifferenti.

I suoi film mi ricordano la delicatezza del Piccolo Principe.. per me, è tutto collegato..
Trovo questo passo, la chiave di lettura giusta, per i film di Jeunet:

"..Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava.  
Ma mi risposero: “ Spaventare? Perché mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?” . 
Il mio disegno non era il disegno di un cappello.  Era il disegno di un boa che digeriva un elefante.  
Affinché vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa. 
Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi.
[...]
I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.."

C'è sempre quel piccolo segreto della volpe addomesticata, troppo spesso dimenticato, forse perchè così semplice, disarmante..

"Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi."

mercoledì 9 marzo 2011

..il cielo in una stanza.



Gran parte della gente e lì fuori, a festeggiare, fal baldoria, impersonando soggetti famosi ai più. Spesso sono personaggi in voga.
Ma quanto, le caratteristiche dei soggetti che impersonano per una sera o poco più, riflettono aspetti del loro carattere o caratteristiche che realmente li affascinano? O quanto "studio" c'è in quel personaggio?
Perchè proprio quella scelta?
Mi domando, quanto, la scelta sia casuale o dovuta a circostanze particolari.
Ma credo di esser io quella a farsi troppi problemi. In discoteta, o in qualsiasi altra festa, a chi vuoi che importi chi sei in quel momento e perchè lo sei? Sono le urla, la musica (tunz tunz), i fiumi d'acol e l'aumentata eccentricità-eccitazione di indossare i panni di personaggi "fighi" a farla da padrone.. tutto il resto, è noia. Pura noia.
Sarà per questo, che la festa di carnevale l'ho sempre odiata. Perchè è soltanto l'occasione in più per far "casino" e basta. Senza che ci sia un microscopico perchè, nascosto... per ogni soggetto.
L'atteggiamento è: Stasera è carnevale, si esce, ci vestiamo da questo o quello famosi e andiamo a ballare. E' l'atteggiamento dei più, del 90% della popolazione, soprattutto giovanile o giovane che sia.

In Wonderland, (è così che mi va di chiamare il mondo dove abito, nella mia testa) la festa di carnevale (o mascherata a tema che sia), sarebbe "studiata".
Selezionerei personaggi che più o meno rispecchiano parti del mio carattere, o che ammiro.. qualcosa che mi rappresenti, anche in una sola, pallida sfumatura.
La festa, sarebbe con poche persone, perchè odio il caos, mi basta quello della mia testa.. e ci sarebbe tanta buona musica selezionata.. qualcosa di particolare, insolito forse. Dove tutti si "smascherano" spiegando il vero perchè della scelta.. un parlare, anche se lontanamente, di se stessi.. Sarebbe una festa, a tratti, teatrale.
Ci penso a quei personaggi. Ai "miei" personaggi, mi aiuta a riscoprirli e riscoprirmi.

Uno dei personaggi, che mi rappresentano, avevo voglia di rivederlo. Rivederla, visto che è una donna: Amelie. Mi sarebbe piaciuto rivederla, in madrelingua.. Non so nemmeno io, precisamente il perchè. Lo so invece.. e sono tanti.
Invece ho scelto di restarmene qui, a riflettere sul silenzio e nel silenzio. 

Mi ritrovo spesso a fissare la finestra. 
Mi ritrovo continuamente a sperare nella neve. A cercare la neve, a cercare quel contatto visivo e olfattivo. Quella magia dei sensi, travolgente. Quella leggerezza, quella delicatezza fluttuante, delicata.
Mi ritrovo a sperare nella docezza, nell'impatto con il mio universo riflesso, che leggero e silenzioso fluttua nell'aria.

Mi ritrovo a sperare in una neve che non verrà. Ma intanto, i miei occhi, anche per questa sera, non riescono a smettere di guardare fuori..

E mi ritrovo il cielo in un stanza. Nella mia stanza, in my place

..In my place, in my place,
Were lines that I couldn't change..


Bonne nuit, a TOI.

..Tu sei qui. Ah tu non fuggi.
Tu mi risponderai fino all'ulitmo grido.
Raggomitolati al mio fianco come se avessi paura.
Tuttavia qualche volta corse un'ombra strana nei tuoi occhi.
.
[Neruda - Giochi ogni giorno]


mercoledì 16 febbraio 2011

Oltremare


 "Mi rendevo conto che doveva essere parecchio stanco per aver guidato tanto. Forse, dopo tutti quegli anni a terra, era anche emozionato all'idea di posare di nuovo il suo piede da marinaio su una grande nave. E anch'io, non mi ero mai sentito così felice da molto, molto tempo."
(L'enigma del solitario - J. Gaarder)



Proust. A differenza sua però, io non ho ripescato un ricordo assaporando una madeleine, ma imbattendomi nel passo di un libro. E non era un ricordo, o meglio non proprio. Era un ricordo onirico, il sogno fatto stanotte.
Non lo ricordavo, per niente. Dopo la fine della frase, sono rimasta un attimo impietrita, piacevolmente. E tutto è apparso chiaro, come un lampo che attraversa il cielo, nel buio, illuminando tutto, per un attimo. Un'istantanea del sogno, un gioco tra luci ed ombre di sensazioni. Ed un mare di infinita dolcezza.

E' strano come tutto ora mi sia così nitido. Ricordo chiaramente il mare, limpido, cristallino, tutt'intorno a me. Piccole onde che accarezzavano dolcemente i miei piedi.. quasi come fossero parte integrante di quell'immensa distesa. Mi sentivo FELICE, in pace con me stessa. Un insieme di tutti gli elementi.. Perchè il mio posto era quello.
In quell'ondata di dolcezza c'era il mio DNA, che mi sorrideva raggiante.. felice di condividere quel momento, quell'amore infinito per il mare. Con le stessa intensità.

"Tutta colpa" di una chiamata, "dal tacco", lì dove Ionio e Adriatico sono solo nomi fittizi, perchè si coniungono.. sfiorandosi, compenetrandosi, annullandosi l'un l'altro, per essere solo un'unica immensa distesa azzurro-verde, dove lo sguardo si perde. 
E' l'incanto di una voce sussurrata, unita alla magia di quel luogo.. e quella buonanotte carezzevole che mi ha condotto lì, dove Afrodite prese forma.. tra una miriade di profumi, tattili ed errabondi. Tutti racchiusi sotto la parola perfezione. Che profumo ha la perfezione?

Per me, quel profumo, è racchiuso in una piccola boccettina di vetro. Ha il sentore della brezza marina, la consistenza della risacca, la fragranza calda del sole che si specchia nel mare, la delicatezza del vento.. l'aulenza della fusione di particelle di aria, acqua e materia durante il salto di un delfino, che libero si dipige tra cielo e mare;  la freschezza del tintinnio della pioggia che si perde nella marea.. e quel profumo, il più prezioso di tutti.. il delicato profumo del dopo barba di Hemingway. E tanti altri odori, infiniti, miei.

Ricordo solo questo. L'istantanea dei miei piedi del mare, i profumi, il mio sorriso raggiante che si rifletteva nei miei occhi, specchio del mare ed Hemingway, lì in cabina, con lo sguardo dell'infinito negli occhi. Come uno specchio in cui a volte mi rifletto, in cui a volte "mi trovo".

Chiudendo gli occhi, per un attimo, con queste melodie di Einaudi (Le onde e Oltremare), mi sento esattamente in quell'istante, in quell'istantanea onirica. Mentre due occhi sorridenti sono stampati nella mia mente. 
Posso provare a (ri)catturare le sensazioni del sogno. Forse mi lascio condizionare dai titoli, che mi riportano già lì, nella culla di Afrodite.. mentre la mia mente, viene accarezzata, trasportata.. in se stessa. Lontano.

So di averla già proposta Le Onde, ma ora, non posso fare a meno di ascoltarla. So di aver proposto di nuovo quest argomento, ma fa parte di me.


Visto che siamo in tema, mi piacerebbe consigliare qualche CD da ascoltare, "lascio" quelli che mi hanno tenuto compagnia in questa giornata:
  • Le Onde - Ludovico Einaudi
  • It's not how far you fall it's the way you land - The Soulsavers (with Mark Lanegan)
  • Disperati Intelletuali Ubriaconi - Bobo Rondelli & Stefano Bollani
  • Blue Train - John Coltrain.

Qualcuna mi ha detto oggi, "Non leggere quelle cose, che poi ti fanno "male".." :)

martedì 15 febbraio 2011

Certi angoli segreti..



Quella piccola ondata, travolse improvvisamente le mie narici.
Piccoli sentori di umido e carta bagnata arrivarono dritti nelle mie sinapsi, prima che i miei occhi riuscissero a scorgere, nel chiaroscuro della soffitta, una miriade di libri, abbandonati, soli.
Mentre tutto il resto del mondo, rincorre il nulla, la condivisione del niente.. Loro restano lì, tristemente dimenticati. La fonte della conoscenza accantonata in soffitta, etichettata come "cosa" inutile e per sfigati.
Io, di quel "profumo", non riesco a stancarmi.. non riesco a staccarmi.
Così, puntualmente, mi ritrovo in quella soffitta, illuminata dal bagliore lunare, con miriadi di libri che, come uno specchio riflettono.. rimandano la mia immagine, persa in mille sfaccettature.
E mi sento a casa.


giovedì 10 febbraio 2011

Neutron star collision



"A chi non butta via la notte coi pensieri.."

A volte mi domando se non sia proprio questo quello che faccio, buttare via notti, buttare via ore di sonno, sogni.. lasciare che la mia insonnia si impossessi del mio corpo e che i pensieri circolino fluidi, in ordine sparso.. come uno stream of consciousness.. Fino allo sfinimento. Fisico. Emotivo.
Anche quando la stanchezza più totale mi assale, loro sono lì, pronti a venir fuori a loro piacimento, incontrollabili. Esplodono in ispirazione, se così la vogliamo chiamare, e vagano finchè ne hanno la forza.. finchè pensieri sparsi, non si uniscono, fino a trovare il loro giusto posto. Poi sono lì che urlano per confluire dalla mente, alle mani. Che sia su una tastiera o su un foglio bianco, poco importa. Devono prendere vita.

E' strano, come dal nulla, possa scaturire un big bang. Piccole particelle di ricordi, parole, sensazioni, emozioni che esplodono e danno vita a pensieri. Si evolvono, espandono.. e creano stelle danzanti. Caos.

Ciascuno di noi ha un universo racchiuso in se, forse. 
Forse ci sono più universi paralleli in ognuno di noi, forse.
Ma cosa determina lo spostamento di particelle, da un universo all'altro? Cosa determina la scoperta di nuovi universi in noi? Tanti, troppi fattori. Come le molecole partecipano ad una reazione, così ognuno di noi partecipa all'esplosione del proprio universo, alla sua trasformazione.
Può esser un libro.
Una canzone.
Una frase ascoltata per strada da uno sconosciuto.
Una poesia.
Uno sguardo.
Un sorriso.
Qualsiasi cosa che emetta una scintilla. Che vada a collidere con piccole particelle assopite in noi. 
Esplosione. Fusione. Reazione. Poi, l'universo o si espande.. o implode, collassa.. la particella, resta fine a se stessa, senza nessuno scopo per l'universo. Un deserto. Quello, dipende da noi.

Crescita. 


Una poesia. Un piccolo universo.

Mi piaci quando taci perché sei come assente,
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
Sembra che gli occhi ti sian volati via
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca. 


Poiché tutte le cose son piene della mia anima
emergi dalle cose, piene dell'anima mia.
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
e rassomigli alla parola malinconia. 


Mi piaci quando taci e sei come distante.
E stai come lamentandoti, farfalla turbante.
E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge:
lascia che io taccia col tuo silenzio. 


Lascia che ti parli pure col tuo silenzio
chiaro come una lampada, semplice come un anello.
Sei come la notte, silenziosa e costellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.


Mi piaci quando taci perché sei come assente.
Distante e dolorosa come se fossi morta.
Allora una parola, un sorriso bastano.
E son felice, felice che non sia così.

(Pablo Neruda - Mi piaci quando taci)


Sublime.

.. e rassomigli alla parola malinconia. Questa frase, SONO io. 

Stralci di questa poesia, sono recitati, da Troisi, con un'intensità, una bellezza, che lascia senza parole. 



Big Bang.
Universo.
Caos.
Stelle danzanti.

lunedì 7 febbraio 2011

A secret place..



Sono al buio della mia stanza, con la solita finestra che si affaccia su giochi di ombre, luci e mondi antichi. 
C'è quiete in giro, tra luci e ombre, tutto sembra impallidire, perchè a dominare nella notte, questa sera sono una miriade di stelle disperse nel manto blu.
C'era qualcosa che mancava ai miei occhi ultimamente: la mia casa, il mare. Il momento è stato perfetto. 
Piccole sfumature blu si perdevano nel nero della notte, sino ad arrivare al limite della congiunzione tra cielo e mare. 
I miei occhi si perdevano in quei colori, tra i suoni.. vagavo tra il blu del cielo pennellato di stelle e i sospiri del mare..
E' una notte serena, chiara per esplorare.. Vorrei solcare il mare con te stanotte sospinta dai sospiri del mare e guidata dal bagliore delle stelle, accarezzando l'orizzonte che fugge scherzoso allo sguardo.. 
Ci ho provato, ancora una volta a convincerti, per cercar di dar sostanza ad un sogno. 
Tutto prende forma attraverso i tuoi occhi e le tue parole invece, mentre il mare, acora una volta ti accompagnerà e ricolmerà i tuoi occhi. In quelle sfumature cristalline, sono persi i miei occhi, ti tengon compagnia.
Mi sono imposta di aspettarti per darti un bacino e ora che l'ho fatto, con tutta la dolcezza ti auguro buon lavoro, mentre io ora, mi lascio condurre da Morfeo in a secret place, anche se solo per pochissime ore.





giovedì 27 gennaio 2011

..I am the passenger, and I ride, and I ride..



Controllo la valigia per l'ultima volta. Oltre "vestiti e co", controllo che vi sia l'essenziale: Netbook, i-pod, libri, block notes, penne e macchina fotografica. Credo ci sia tutto.
Carico il fagotto di roba sul portapacchi e lo zanio con "l'essenziale" in spalla e finalmente salgo a bordo della mia Road King. 

Il mio viaggio in moto, parte appena fuori dall'aereoporto di Tokyo dove ho noleggiato la mia compagna di viaggio. Certo, qui in Giappone, scegliere quella moto può sembrare un affronto o un controsenso, ma è un tentativo, mio se volete, di sentirmi ancor di più "cittadina del mondo". Una europea a bordo di un'americana in Giappone.. E' una sorta di abbraccio per me stessa.

Non ho una meta ben precisa, lascio che sia la moto a guidare. Il mio istinto, di tanto in tanto, premerà sul freno, per fermare qualche immagine, che sia a parole o attraverso un "click", quello dipende solo dalla poesia del soggetto. Dalla sua "natura".
Mi fermo qua e là, per dipingere attraverso uno scatto, espressioni particolari di visi sconosciuti, ma cordiali, e sfumature di colori che si perdono nel cielo, sin ora sconosciute.. Poi, ad un tratto, la sosta si prolunga più del previsto.

I giardini di Kyoto. Sono affascinata. 
Scelgo un angolino, isolato dal resto del mondo. Ed è lì che trovo la porta per il mio. Prendo il blocco note. Istantaneamente, fluidi di pensieri sembrano fluire leggeri attraverso la mia mano, riversandosi su quei fogli ancora vergini.
Cambio prospettiva.
Scatto da ogni angolatura. Cerco di cogliere ogni particolare di quell'incanto. Di trascrivere, attraverso gli scatti, tutta la poesia che emana quel posto ed ogni singolo elemento.. 

Decido di rimettermi in sella, la sensazione di liberà e totalità è immensa. Mi sento parte integrante "del tutto", come se ogni molecola del mio corpo, avesse il suo posto nel mondo, compreso il suo posto qui.
Persa tra questi pensieri arrivo a Gion. Zona per certi versi surrealistica, quasi persa nel tempo.. Ci sono ancora ochaya, okiya.. e geishe dal caratteristico volto bianco che indossano splendidi kimono, vere opere d'arte. 
Sembra tutto così surrealistico, eppure, dall'occhiata curiosa e profonda che mi lancia una giovane maiko "leggo" che anche per lei è così. Devo sembrarle un personaggio uscito da qualche film di fantascienza.
Guardando quelle donne, sembra di essere quasi fuori posto nel mondo.. la loro camminata sembra quasi il fluttuare leggero di una voglia trasportata dalla brezza marina, i loro movimenti così aggrazziati da ricordare la delicatezza del volo di una farfalla.. non per nulla il termine geisha significa persona d'arte. Ora comprendo pienamente il perchè.

Cerco di restare a discreto contatto con loro, quasi a voler catturare qualche segreto celato in gesti aggraziati. Nulla sembra esser fuori posto o casuale, dalla postura, allo sguardo.. Tutto è perfettamente calcolato per "l'intrattenimento" dell'ospite. Grazia, eleganza. Nessuna traccia di volgarità. 
Mondo antico.
Come un manoscritto ingiallito dal tempo.

Di colpo mi accorgo di essere soltanto tra le mura della mia stanza, sognando un posto in cui sono stata soltanto "attraverso" i libri.. tutto, mentre Tom Waits & Nick Cave continuano a cullare i miei pensieri intonando una splendida versione di What a wonderful world. 
Devo dare la colpa al libro (memorie di una geisha ovviamente), al film I diari della motocicletta, a quel "tocco giapponese" che ha colorato la mia stanza ultimamente e ovviamente a me stessa..


mercoledì 12 gennaio 2011

..Breathe underwater..



Non sò dire dove esattamente la mia giornata sia finita.

Forse si è conclusa nel momento in cui, ho sentito una mia coinquilina urlare di gioia perchè stava iniziando amici, perchè c'era un ballerino che le faceva "ballare gli ormoni". Credo sia stato in quel preciso istante che un meteorite abbia colpito il mio sole. . per un attimo.

Eclissi.

La luna oscura la terra, la marea s'innalza.. il mare s'ingrossa.. eppure, il senso di pace che infonde, è sempre lo stesso.. che sia bonaccia o burrasca. 
Lo sguardo si perde, insegue l'orizzonte tutt'intorno. Il confine è sottilissimo, sfumature di cielo ed acqua si legano, trovando il loro compromesso, in quella tonalità ibrida, in cui l'etere e il suo specchio si fondono. E resti senza fiato. 
La meraviglia si impossessa dei tuoi sensi e ti ritrovi lì, a sperare di poterti perdere, di lasciare che il tuo sguardo corra con il vento verso l'orizzonte, mentre il tuo corpo si sente a casa e nuota leggero ed elegante al fianco di un delfino.

Indosso gli occhiali. I tuoi occhi.
Riesco a vedere delfini che saltano, quasi a voler salutare, testuggini che si divertono a ricordare che a volte la calma può essere una virtù, balene maestose ed innoque.. ogni abitante dell'abisso mi parla attraverso i tuoi occhi, si dipinge attraverso i tuoi racconti sulla tela dei miei sogni..Mi ricordano cosa sono.

Vorrei non indossare gli occhiali, esser lì accanto a te, con lo sguardo senza fine. 
Continuo a sognarlo e ad implorarti di portarmi con te.. nonostante tutte le tue buone ragioni per non farlo. Non è colpa mia se quel mondo mi scorre nelle vene dalla nascita. 

Chiudo gli occhi e riaffiora alla mia mente la frase di Verga nei Malavoglia

"..Soltanto il mare gli brontolava la solita storia lì sotto, in mezzo ai faraglioni, perché il mare non ha paese nemmen lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole, anzi ad Aci Trezza ha un modo tutto suo di brontolare, e si riconosce subito al gorgogliare che fa tra quegli scogli nei quali si rompe, e par la voce di un amico.."


Fenomeno meraviglioso l'eclissi. Momento di pace e stupore continuo.. Ritrovamento, anche attraverso la musica. Raggi di sole ed eclissi, sono stati filtrati e messi a fuoco da Cure, Radiohead, Jimi Hendrix e gli Who.. tu ovviamente "ci sei sempre stata".

Scelte random tra quelle ascoltate.






Eclissi.. oscuramento.. vista l'ora una ninna nanna è l'ideale.. se non si ha paura dei ragni.

sabato 8 gennaio 2011

..This picture..



E' capitato ancora; è una piacevole consuetudine ormai. Isolamento.
Il tempo di questa mattina, non si addiceva al mio umore, è bastato spostarmi un po', e una tavolozza di colori cupi, ha dipinto anche il mio stato d'animo. Fusione.. Empatia.
Mi sentivo bene dipinta così.

Quando sono scesa di casa per una passeggiata, il sole ha inondato i miei occhi.. Le iridi riflettevano un verde irlandese, vivace. Mi donano da sempre quei colori.. Ma passando per le colline, il richiamo era di un cielo più cupo, grigio, con piccoli punti luce, lo specchio antico del sole. Non era un tempo triste, ma dai sapori antichi, rassicurante, delicato.. a tratti fragile, pronto a raccogliere lo sguardo implorante della terra.
Questa sensazione è diventata mia. Era il mio stato d'animo, perfettamente raffigurato dal cielo. Era la sensazione.

Dal momento in cui mi sono ritrovata in quel cielo, i miei occhi hanno iniziato a catturare stati. Alberi, trulli, case in stato d'abbandono, mille immagini mi sono passate dinnanzi al viso, piccoli scatti. Era il momento. Sentivo parti di me riversate in quelle sfuggenti istantanee visive.
Avrei voluto far fermare la macchina, ed avere a disposizione una macchina fotografica seria. Avrei cercato ogni angolazione, luce giusta.. avrei lasciato che tra i miei occhi e l'obiettivo fosse scritto un poema. L'istante. La poesia racchiusa in quel momento, in quei colori, in quel soggetto.

Click

Rinunciare a questa esplosione, è doloroso, ogni volta. Lascio che siano i miei sensi a fermare qualche momento. Immagini e pensieri che affiorano quasi a perfezionare, ritoccare l'istantanea. C'è la musica ad incorniciare ogni momento e a sigillare ogni fotogramma nel giusto modo.

Poi torno a casa. Penso a quelle immagini, a quelle foto. Cerco di renderle tattili attraverso le parole. Come una pergamena racchiusa tra le dita, con un tocco delicato, "lontano".. come un'eco negli occhi.

Mi accompagna questa canzone, per quel lieve tocco. Ci pensa Bob Dylan.




Grandma said, "Boy, go and follow your heart
And you'll be fine at the end of the line.
All that's gold isn't meant to shine.
Don't you and your one true love ever part." 



mercoledì 5 gennaio 2011

..if you need me to be with you, I will follow where you lead..

"Chi si mette contro una sola di noi.. poi, se ne ritrova quattro." :)

Pensando a quella frase, detta ieri sera per scherzo.. Avevo abbozzato questo post oggi pomeriggio, prima di studiare, persa tra le molteplici vie della mia mente. Poi ho cambiato idea e l'ho lasciato come bozza.

Viaggiando tra le mie sinapsi, mi sono ritrovata dinnanzi ad una sensazione. 
Poco tempo fa, in uno di quei piccoli nuovi "riti" quotidiani che consiste nel vedere Sex and the city insieme, mi sono imbattutta in una frase. E' esplosa e dalle sinapsi è arrivata ovunque. Ovunque.
In più, si è anche dipinta in un tuo sorriso. Certezza.

Oggi, è tornato alla mia mente quello spezzone, volevo cercarlo, cercare solo quella frase, e dopo vari tentativi l'ho trovato.





Rifugio. 
L'una per l'altra. Non riesci a capire come, ma ad un certo punto ti ritrovi con una certezza. E' un percorso, eppure, eccoci qui, nonostante tutto passi anni, amori, altre amicizie.. tutto scorre dinnanzi a noi, rendendoci a volte protagoniste, a volte spettatrici..
E' un legame chimico, indissolubile. Può deteriorarsi, ma non rompersi.

Piccole parti di quelle "affinità elettive" entrano a far parte di te, del tuo modo di essere.. Piccole manie o smorfie che siano è come se rappresentassero un omaggio inconscio alla bellezza (nella sua forma più elevata) di quei mondi che attraversano il tuo.

Goethe nelle affinità elettive, esprime ciò che io tento di dire in modo goffo e maldestro, in modo sublime:

"..Chiamiamo affini quelle nature che incontrandosi subito si compenetrano e si determinano reciprocamente..si cerchino l'un l'altra, si attraggano, si compenetrino, si distruggano, si divorino, si consumino per poi uscire dal più intimo legame e riapparire in forma rinnovata, nuova, inattesa; allora soltanto si attribuiscono loro vita eterna e addirittura spirito e intelletto, perchè sentiamo che i nostri sensi bastino appena a osservarle esattamente e la nostra ragione giunge appena a comprenderle.."

Affinità elettive.
"..la mia rete di sicurezza.."

Just a bridge over troubled water.

mercoledì 29 dicembre 2010

..dall'altra parte della sera..



L'aria è gelida, il mio viso chino verso il basso, per proteggersi dalle folate di vento. Non mi accorgo di quello che succede nell'etere.

Mi sento la dea Caos. Ma senza sapere cosa precisamente far emergere. Probabilmente, il chaos è solo un turbine di malinconia, che viaggia, vortica con il tempo. Il mio tempo.

Ieri, il  chaos, mi ha portato a spasso nei ricordi, forse mi ha semplicemente "sospesa".. C'è stato un attimo, in cui mi è parso di isolarmi, completamente.. ed ho pensato a noi quattro, ancora lì, nonostante tutto scorra.. nonostante tutto cambi, pur restando così com'è. Strano a dirsi.

"Ci" ho guardato. C'è una parte di noi, che resta sempre, meraviglisamente immutata.. mentre tutto il resto, attorno a noi, cambia.. con noi. Tra poco, ci "allargheremo" a cinque.. suona così strano.. Eppure, quella piccola meravigliosa creatura, c'è. I miei occhi, ancora non riescono ad abituarsi al cambiamento. Non riescono a guardare al presente.. perchè, per alcune cose, siamo così uguali a quelle che eravamo quando ci siamo conosciute, tutte. Eppure, niente in noi, se non piccole cose, è uguale a prima.



Chaos.



"Déjà vu" serale. Stessa sensazione. Isolamento. Viaggio.. che questa volta è intriso di malinconia. Il freddo era pungente, ma ero avvolta da quella sensazione opprimente del chenesaràdinoi, sospirante.
Tutto resta com'è. Tutto cambia. Il vento soffia così forte, che non sappiamo precisamente dove fermarci.. a volte tutto è sfocato.
C'è però, quella sensazione di calore.. quella piccola, fragile certezza, che siamo ancora noi. Ancora qui, nonostante le distanze, gli anni.. ci siamo ancora, mentre il tempo si dilata, gioca con noi.. inesorabilmente.

Ad un certo punto, il mio viso viene rapito. Senza rendermene conto, mi ritrovo a fissare le stelle, per qualche lunghissimo istante. Mi ritrovo a danzare, lì tra  costellazioni, nebulose, stelle.. Cerco di fissare i miei sogni, di guardarli nitidamente. Di cercare la mia strada.
Per tutto il tragitto, sino a casa, non posso fare a meno di fissarle. Stupita. Resto sempre senza fiato.

Penso a te. Vorrei abbracciarti prima di addormentarmi. Trovarti al mio ritorno.

Faccio fatica ad addormentarmi, come sempre. Forse, questa sera, ho anche paura di qualche incubo.. Invece, sogno di nuotare con un delfino. Sarà il riflesso di me stessa. Capisco un po' di cose questa mattina. Al caldo.


"..Can you hear my heart beating?
Can you hear that sound?.."