Giorno dopo giorno, mi accorgo di vivere in un contesto (mentale) surreale. A tratti fantastico, fiabesco, onirico. Wonderland.
Ed è arrivato questo testo, in questi giorni, scritto su La Valse d'Amélie di Yann Tiersen.
Delicato.
Sognante.
Adatto ad una mangiatrice di stelle.
Quand Amélie rêve
Je sème des grains de bonheur
Un peu partout autour de moi.
Je suis un zorro moissonneur
De champs d'espoirs, d'amour, de joies.
Refrain
Moi, c'est lorsque le jour se lève
Que je m'abandonne à mes rêves
Simplement tomber dans les bras
D'un séduisant Prince Charmant.
Mais qui est-ce qui pourra
Être amoureux d'une enfant ?
Je mets du bleu dans le ciel gris
De la vie de ceux qui m'entourent :
Les malheureux et les aigris,
Ceux qui ne croient plus en l'amour.
Au Refrain
Puis
Mais qui est-ce qui voudra
Être amoureux d'une enfant ?
Quel est celui qui saura
Être amoureux d'une enfant ?
Texte écrit le 11/05/2007
Frédéric NYEL © (alias FredOueb)
Frédéric NYEL © (alias FredOueb)
Devo dire che la Francia la stò riscoprendo. Dolcemente. Dal Piccolo Principe che mi ha lasciata senza fiato, al regista Jean-Pierre Jeunet, in assoluto, ormai tra i miei preferiti.. io che di "preferiti in assoluto", non amo parlare.. ma per lui, il discorso è diverso, perchè nei suoi personaggi, mi sento troppo "rappresentata", soprattutto da Amélie.
Ieri sera, mi ha stupita nuovamente. L'esplosivo piano di Basil è, nei protagonisti, quel mix di dolcezza, purezza, genialità, stravaganza, senso artistico e bohémien. Una favola vissuta in un contesto reale.. dove sono la fantasia e il caso a farla da padrone.
Una dose di buon umore, incanto e dolcezza a cui è difficile (sopratutto per me, troppo "rappresentata") restare indifferenti.
I suoi film mi ricordano la delicatezza del Piccolo Principe.. per me, è tutto collegato..
Trovo questo passo, la chiave di lettura giusta, per i film di Jeunet:
"..Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava.
Ma mi risposero: “ Spaventare? Perché mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?” .
Il mio disegno non era il disegno di un cappello. Era il disegno di un boa che digeriva un elefante.
Affinché vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa.
Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi.
Il mio disegno non era il disegno di un cappello. Era il disegno di un boa che digeriva un elefante.
Affinché vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa.
Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi.
[...]
I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.."
"Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi."
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