mercoledì 16 marzo 2011

Via con me.


Ci sono pochi momenti, culturalmente parlando, che restano scolpiti nella memoria, nella mia memoria. Sarà che vivo di disincanto la realtà e di sogni in Wonderland. Uno strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde rivisitato e vissuto tra due mondi.
Dicevo, ci sono pochi momenti di stupore e meraviglia verso il genere umano e pochi momenti di curiosità culturale.. fino all'altra sera. Fino all'incontro con Saviano.
Premesso che non lo considero il più grande scrittore vivente e/o un dententore di verità assolute e a volte non condivido questa "pubblicità", ma credo sia davvero un GRANDE UOMO. 

E' stata una sorpresa per me, "scoprire" dell'incontro alla Feltrinelli, la mattina dell'evento, come sempre, la mia testa è tra le nuvole.. mi era sfuggito. 
Stasera c'è Saviano alla Feltrinelli mi è stato detto. Incredibile (parola-concetto che si è materializzato nella mia testa). La curiosità è davvero tanta e decidiamo di piazzarci lì, dalle 18, senza tener conto che non tutti sono come me, che in genere, alla gente, le notizie non sfuggono.
Difatti, alle 18.30 c'era già una fila consistente, un maxi schermo all'esterno per chi (fortunatamente la serata permetteva) restava fuori ad ascoltare l'evento. Siamo nei 400 ad entrare.. detto così, può indurre chi legge, a pensare a selezioni nel senso darwiniano, ma "rovesciato".. selezioni per celebrolesi, visto che oggi ce ne sono a bizzeffe.

Dopo vari sfrattoni assurdi, a mo' di concerto rock, siamo riuscite ad entrare. Profumo di libri, sentore di CD. Posto ideale. Nell'attesa, di sottofondo c'è Via con me di Paolo Conte, nella mia mente, echeggiano al solito le parole "Good luck my baby".. mi perdo sino al suo arrivo.
Bassa come sono, non lo vedo, ma quando inizia a parlare (dopo l'ovazione), la sua voce mi culla, le sue parole sono una ventata di freschezza e amarezza.

Parla del potere (immenso) della parola, l'arma più pericolosa al mondo. Mette in moto i cervelli, induce la gente a ragionare e pensare con la propria testa, a sviluppare un senso critico.
Si sofferma sulle "vittime della parola" da Falcone ad Impastato e spende qualche parola, con occhi vibranti, su Anna Akhmatova. Ciascuno di loro, ha dovuto subire scherni, derisioni da parte di quella che lui chiama macchina del fango. Screditare la gente, con l'uso di verosimiglianze.

La cosa triste, è che la gente ci "casca" e viene travolta, inglobata, soffocata dal fango.  

Vittime della parola. 
Lui lo è. 
Trovarsi a 30 anni a vivere sotto scorta, è un inferno. E non c'era bisogno delle sue parole per capirlo. Di quella sottile tristezza, mista a consapevolezza e determinazione, che trapela dalla sua voce.

Più che di ascoltare le sue parole, avevo il desiderio di guardarlo negli occhi, anche per un solo istante. Sono stata accontentata. Non mi sbagliavo. Per quanto ci siano cose non condivisibili appieno (del resto, chi è che condividiamo ciecamente?) quegli occhi "san di buono". Questo mi conforta. Questa era la conferma che cercavo. 

Sentirlo parlare, è un fascino per la mente. Quando poi, ha parlato dei libri, è stato come trovarlo sulla mia stessa lunghezza d'onda, troppo spesso deserta.

Persona di cultura, intellettuale, di cui dovremmo andar fieri, visto che l'imbecillità dilaga. 

Ho avuto la meravigliosa sensazione di esser "fuori dal mondo", in un posto che mi appartiene totalmente.
Parlarne a mente fredda, è meno empatico.


Una nota positiva, devo assegnarla anche a Vendola, che al suo arrivo, composto di è messo a sedere e ascoltare. Nonostante l'ovazione della folla, non ha rubato la parola a Roberto, non ha sofferto di "manie di protagonismo", come spesso accade ad altri.

La serata è stata davvero magica. Un autostrada interminabile di riflessioni e qualche speranza "on the road", una su tutte: il cambiamento.

Elenco dei dieci motivi per cui era contento di essere in Puglia:
  1. perché in Puglia ci sono i taralli e soprattutto le briciole alla fine del pasto.
  2. perché andare a sentire Puccini al Petruzzelli di Bari ti fa capire che nessun fuoco uccide l’arte.
  3. perché qui ci sono le ragazze che ballano la pizzica anche se non sanno cos’è.
  4. perché in Puglia è nato Carmelo Bene.
  5. perché quando arriva una nave con 20mila stranieri come 20 anni fa la Puglia non ha paura ma accoglie.
  6. perché qui per due volte sono stato accolto da un mio carissimo amico, Mario Desiati, e sono stato accolto benissimo.
  7. perché il Bari ha fermato il Milan.
  8. perché ho mangiato una teglia di orecchiette in spiaggia a Polignano.
  9. perché il vento e il sole pugliese possono tenere la regione lontano dal nucleare.
  10. perché il 29 marzo 2010, era lunedì sera, volevo essere pugliese anch’io.  




Ha compreso appieno lo "spirito" reale di questa terra meravigliosa.. "Spirito", che troppo spesso vada alla ricerca della sua identità, troppo spesso maltrattata dai suoi stessi cittadini.

Good luck, my baby.
 





1 commento:

  1. Bello, bello, bello davvero :)
    Contenta per te ;)
    Piacerebbe anche a me vederlo una volta negli occhi e sentirlo parlare di cose sensate e importanti in mezzo a questo oceano di trash.

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