venerdì 30 novembre 2012

Dancing in the dark..

 
Non so neanch'io come sono ricapitata qui. Né come sia possibile questo leggero pigiare sulla tastiera.. Eppure sta succedendo. E' come se le mie dita fossero tornate in vita dopo molto tempo. 

Le falangi pian piano hanno ripreso a muoversi, a dar corpo a pensieri.. Scricchiolando movimento dopo movimento, lentamente, delicatamente.. ma con decisione, forse con una forza nuova. Come l'immagine di un corpo che riprende vita in una cantina polverosa.. Dimenticato da tutto, tranne che da un piccolo raggio di luce che filtra oltre le pareti sconnesse di un edificio.
E' la stessa scena. 
Qui. 
Adesso. 
E' buio e riesco solo a vedere una piccola luce che filtra e le mie falangi che si muovono come se avessero vita propria, danzando su un valzer tutto loro.
La scintilla è tornata a vibrare, anche se per un solo attimo, nella penombra.

E' che oggi mi sono ritrovata a sognare, nonostante tutto. 
Mi sono ritrovata ad immaginare e ad aver voglia di creare, anche se solo quattro sempilci parole qui.
E' da giorni che le mie dita sono in fermento. Vorrebbero scrivere o disegnare o semlicemente strimpellare sulla chitarra.. 

Credo che tutto sia partito dalla voglia di dolcezza, di coccole, di riscoperta. Dalla voglia di "me".. Ed è così che mi sono ritrovata in un loop di live degli U2.. l'ultimo concerto visto, l'ultimo vortice, l'ultimo uragano di sentimenti forti, collegati a quella parte profonda di me che si aggrappa alla musica. 
Ogni cosa è culminata stasera in "It might get loud", nel sentire quei tre meravigliosi musicisti parlare con tanto amore verso quello "strumento", verso quella espressione si se stessi.. Vedere rabbia, passione, dedizione.. Non mi stancherei mai di ascoltare gente che ha QUELLA luce negli occhi.


E' questione di completezza credo. 
Pur essendo animi tormentati, con quello strumento si sentono completi. Isolati. Lontano da tutti alla completa ricerca di quel qualcosa, di quel pezzo mancante, di quella spiegazione, di quella parte di sé che riescono a spiegare solo attraverso la musica..  
Te ne accorgi quando li guardi.. quella particolare luce negli occhi, il sorriso che si irradia sui loro volti, la concentrazione che traspare dalle loro dita e da quel particolare modo di toccare, muovere la chitarra.. nel chiudere gli occhi dicendo addio a tutto, per tutta la durata di un riff..

Ed è nella penombra della stanza, in questo buio carezzevole, che cerco di capire quale si il mio di "strumento" per ritrovare la pace, quale sia il mio "riff".

A volte sono le parole, il più delle volte scritte da altri. 
A volte è quell'impulso di prendere una matita e lasciare che sia lei a fare il resto.. 
E spesso, ultimamente, penso (citando De André) che sarebbe bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra (per darmi quella pace). 
Ma so che questa è una mia mancanza.. Che la piccolina qui al mio fianco soffre di solitudine, forse, ancora per poco..

Ed è una meravigliosa coincidenza che io abbia visto proprio stasera It might get loud, proprio il "giorno" di George Harrison... 

Oggi mi va solo di sognare, anche se solo per stanotte. 
Mi va di sognare il Boss a Roma, Milano o Padova. 
Mi va di sognare out loud Dublino perchè ormai mi ritrovo spesso ad immaginare i suoi profumi, il tocco di quella pioggia sulla mia pelle.. L'influsso emotivo-creativo che quel posto avrebbe su di me.. Sulla mia "ricerca"..
Il tutto qui, stasera, in pieno Stream of consciousness "Joysiano"..

Stasera, solo per stasera I can dream, I can dream out loud while my guitar gently weeps..










 
Forse, solo per stasera mi sento serena. Serena per tutto quello che è scaturito dalla scintilla. E chiudo gli occhi, con quel sorriso infantile (o da ebete in base ai punti di vista) che ogni tanto fa capolino sulle mie labbra, nei miei occhi.

martedì 30 ottobre 2012

.. corrono dolcissime le mie malinconie..


Devo cercar di rimettere ordine tra i pensieri. Mi sto rendendo conto di non poter fare a meno di scrivere..
Per ora, mi limito a restar in balia di mille pensieri, intrappolata nel loro vortice.. cullata dalla malinconia..



giovedì 12 aprile 2012

The spiderman is having me..

L'eterna lotta tra buio e luce. 
Conscio contro inconscio.
Urla contro silenzio.
Succubi ed Incubi.
Nel perpetuo conflitto tra Io, Es e Super-Io.


[Il miglior Dottore - Kubin Alfred]


Perché farlo..

"Perché leggere, perché scrivere. Non è molto facile da spiegare.
Una volta un grande poeta scrisse una lettera a un grande scrittore. Il poeta si chiamava Francesco Petrarca e lo scrittore Giovanni Boccaccio.. Adesso io non ricordo esattamente le parole di quella lettera ma più o meno diceva:
“Non c’è cosa più leggera della penna, non ci sono cose più belle delle parole.
Uno scrive parole e dopo mille anni ci saranno persone che continueranno a leggerle e ad amarle.”

Oggi è tempo di persecuzione, di violenza, di guerra, ma quando io leggo una lirica del Petrarca io sento che … che è la celebrazione della vita, perché lui amava la vita e amava il suo mestiere.
Le ultime parole della sua lettera, mi ricordo molto bene, dicevano:
“Poiché devo morire, spero che la morte possa trovarmi intento a leggere o a scrivere.” "



.. e perché (forse) non farlo

"Le forze di attrazione e di repulsione, i poli della terra con le loro correnti, l’alternarsi delle stagioni, il giorno e la notte, il bianco e il nero, non sono che l’espressione di una lotta. Il vero inferno consiste nel fatto che questo doppio gioco contraddittorio si prolunga in noi." 
 [L'altra parte - Kubin Alfred]




venerdì 17 febbraio 2012

A reflection

 
Se la mia tristezza avesse un odore, sarebbe la sintesi di più odori messi insieme.
Una fragranza dolce, ma estremamente malinconica. Eternamente triste.

Avrebbe l'odore del caffè appena bruciato.
Di una particella di tempo andato, tra due lancette bloccate.
Del mare d'inverno.
Del vento.
Di una chitarra rovinata.
Di un vinile sepolto dall'ignoranza.
Delle pagine di un libro dimenticato dal termpo. 
Di una matita spezzata.
Di un fiore appassito.
Di una foglia caduta dall'albero.
Di olio su tela.
Del pulviscolo che dilata lo spazio di un raggio di sole.
Di una bambola di pezza nascosta nell'angolo del tempo.
Di un raggio di luna che filtra un contatto.
Di un eco passato.
Di terra bagnata.
Di pioggia.
Di foto ingiallite.
Di una biblioteca spoglia.
Di inchiostro e versi che parlano di te.


Quando la vita, nel tuo petto batte piano..

".. Non so cosa sono adesso,
non lo so
sono un uomo
un uomo in cerca di se stesso
No cosa sono adesso non lo so
sono solo,
solo il suono del mio passo.. "





"Cammino sola, guardo le foglie cadere
seccarsi e morire ai miei piedi
e la natura tutta
sembra morire
ma ritornerà,
e io ritroverò la mia strada..."
(Patti Smith)


.. mentre un brivido muore lungo la schiena ..

venerdì 27 gennaio 2012

Gott ist tot



Son morto con altri cento, son morto ch' ero bambino,
passato per il camino e adesso sono nel vento 

e adesso sono nel vento....

Ad Auschwitz c'era la neve, il fumo saliva lento

nel freddo giorno d' inverno 

e adesso sono nel vento, adesso sono nel vento...

Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio:

è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento, 

a sorridere qui nel vento...

Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello

eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento, i

n polvere qui nel vento...

Ancora tuona il cannone, ancora non è contento

di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento 

e ancora ci porta il vento...

Io chiedo quando sarà che l' uomo potrà imparare

a vivere senza ammazzare e il vento si poserà 

e il vento si poserà...

Io chiedo quando sarà che l' uomo potrà imparare

a vivere senza ammazzare e il vento si poserà 

e il vento si poserà e il vento si poserà...




domenica 15 gennaio 2012

Sweet dreams


Ore 2:00, dopo aver tradotto caffè in teoremi, c'è bisogno di CIOCCOLATO e musica.
Quantità industriali, visto che l'umore fa schifo.


"All I really need is love, 
but a little chocolate 
now and then doesn't hurt!"   
(Lucy Van Pelt - Peantus)

Notte a te, rispolverando tra i ricordi..



"..While we're talking
About all of the things that I long to believe
About love and the truth and
what you mean to me
And the truth is baby you're all that I need.."


venerdì 6 gennaio 2012

Postcards from far away




Sghignazzi si rincorrono nello spazio giungendo appena alle mie orecchie. In un altra "ala" della casa, pare qualcuno si stia divertendo a giocare a carte.. 
Quello che nello spazio si ferma invece, è il rumore del vento che schiaffeggia la pioggia, che esplodendo in piccole particelle che esanimi, si schiantano contro i vetri della mia finestra.. scivolando nel sacro Lete, nell'oblio.
Anche la luce della lampadina, fiebilmente si diffonde dell'aria.. arrivando sino a me. E alla cognizione del dolore.

E' strano, come Gadda sia (ri)tornato, dopo avermi tenuto compagnia per settimane durante il periodo della maturità.. "Compagno di tesina", assieme a Freud, Marx, Pasolini e Nietzsche.
Ora, dopo anni di distanza, perso tra altri tomi in biblioteca, il mio sguardo lo trova. E' lì. Rileggo con attenzione "Gadda - La cognizione del dolore". E' proprio lui. Lo prendo comunicando al tizio della biblioteca che quella è la mia scelta.

Ed eccomi qui distesa sul letto, mentre il vento urla il suo dissenso al mondo. La luce della lampada sul comodino, illumina delbolmente ma efficacemente le pagine del libro tra le mie mani.. e mi accorgo che qualcosa è scivolato dalle pagine.
La sorpresa si stampa sul mio volto, sotto forma di sorriso: una cartolina dell'Irlanda.
Una meravigliosa distesa verde che si perde in un sentiero.. E la (magica) scritta IRELAND. Sul retro la classica dedica, ad un destinatario sconosciuto, ma con delle parole che mi lasciano senza fiato:

"Saluti da una terra addatta per passeggiare, meditare e filosofare..."

La mia mente in un attimo si perde.. in un paio di occhi nocciola, in una distesa verde, in un cielo a tratti cupo, a tratti sereno, con quel verde che assume diverse tonalità in base all'umore del cielo. E io sono lì, a passeggiare, parlando sorridendo tutta persa in quel verde che mi si dipinge addosso, mentre la brezza dell'Oceano mi accarezza delicatamente il viso, giocando con i miei capelli..

Il ticchettio disperato del vento impazza sulla mia finestra, riportandomi alla realtà.. e alla dolce sopresa ancora lì, tra le mie mani.
Chissà se la persona che l'ha dimenticata, si è accorta della perdita. O che faccia farebbe ritrovandola oggi, chissà dopo quanto tempo.
No, proprio non ce la faccio a non perdermi. Pensando a questa coincidenza e a quelle tre persone che hanno incontrato, ad un certo punto della loro vita, Gadda e l'Irlanda..

Quella cartolina, dimenticata da qualcuno nel libro, sembra esser un post-it per i miei sogni.
 

Dream a little dream of...





Mi torna alla mente questa scena del Signore degli anelli I..