venerdì 30 settembre 2011

Labyrinth


Un paio di cuffie.
Una matita ed un foglio e quel che viene viene, che siano parole o scarabocchi.
Un libro.
Il contatto (imbranato) tra le corde della mia chitarra e le mie dita, 'placcate' sempre di nero.


Un universo, il mio piccolo universo. Piccoli mezzi che nutrono "the dark side of me".. e forse anche la più profonda, dove persino io, a volte, ho paura ad affacciarmi.
Un universo intricato. Un labirinto senza fine, senza via d'uscita. Sono io, in qualche modo. Ogni tassello che aggiungo, non fa altro che estenderlo, quel labirinto.


E' un labirinto inusuale. Strano.
Spesso, ci sono delle porte che si affacciano su piccoli mondi.
Tutto è sempre buio, intricato. Come in una foresta.
So che nella foresta ci sono arrivata da sola, mi ci sono reclusa, formando, giorno per giorno il mio personale labirinto.. ma si sà, stare tra la gente non è il mio forte. E più sono sola, più stò meglio. Cerco di capire, di capirmi.


C'è tanto, troppo ancora da capire. Tante strade e nessuna scelta.. solo indecisioni per il momento.. anche l'ultima volta che ho girato la clessidra tra le mie mani, forse qualcosa si va delineando nella mia testa. Nonostante la confusione non abbia mai fine.


Come questo stram of consciousness pomeridiano.. e i miei (ormai) costanti incubi. Segnali da parte del mio inconscio, che ogni volta cerco di capire, individuare..
E resto lì, a pensarci e ripensarci, come facevo da bambina e come faccio tutt'ora quando cerco di dar forma ai lampi in un temporale.
Resti lì, incollata alla finestra.. come pietrificata, come se ci fosse qualcosa che ti inchioda lì.. un mix tra paura, curiosità e incanto.
Cerco le forme.
Cerco di definirmi in quella famosa "dark side".. dove è sempre tempesta continua, in quel labirinto senza fine. Mentre nel mondo dell'apparenza è possibile solo vedere il mare sempre calmo e la luna che volge (falsamente) alla terra solo la sua parte splendente.




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